sabato 20 ottobre 2007

13 ottobre

Ci sono persone che conosci da piccola e poi non le vedi più, però ogni tanto ti entrano in casa, con la loro crocchia di capelli grigi, fra le scatole di uova dal tuorlo giallo giallo. E fanno ogni tanto capolino dal libro di ricette, con il loro nome scritto fra parentesi accanto a titoli come Torta Bianca o Torta di Nocciole.


E tu te le immagini, con il grembiule lungo e le mani operose, a mescolare l’impasto – quello fatto con le uova con il tuorlo giallo giallo – con la ciotola fra le braccia e il cucchiaio di legno, e poi le vedi regolare il forno e avviarsi lungo il vialetto che porta al pollaio, che intanto che la torta cuoce vanno a dar da mangiare alle galline (sì, quelle che fanno le uova con il tuorlo giallo giallo).


 


 


Finchè arriva il giorno in cui ti ritrovi in una piccola chiesa, sulla cima della sua collina, e segui quel cuscino di piccole rose color del tramonto dentro al cimitero raccolto del paese. Sulle lapidi si ripetono sempre gli stessi due o tre cognomi, e mentre li leggi ti viene stupidamente da pensare che lei sarà ancora in famiglia. C’è un’aria fredda che sale dalla pianura e ti entra sotto la giacca e tu pensi che non è l’autunno che sta arrivando a farti rabbrividire: è il timore che possa arrivare un giorno in cui le cose che c’erano una volta non ci saranno più.

13 commenti:

  1. mi succede la stessa cosa, molto spesso


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  2. ci sono persone che anche se non hanno un ruolo vero e proprio nella nostra vita, sono importanti, una sicurezza. Quando qualcosa cambia,quando è necessario salutarle, la loro assenza pesa, sembra di dover salutare anche tutti i ricordi legati a loro, una parte di noi stessi. Mi dispiace Prish

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  3. "Come d'autunno sugli alberi le foglie"...

    Conosco quella sensazione che così bene descrivi. Non serve a nulla ripetersi che, per un tempo che passa, ce n'è uno nuovo che arriva. Qualche volta si rimane fermi, appoggiati ad un muro, a guardare la realtà che si è fatta ricordo. E si sta male...

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  4. Oltre al dispiacere provi quel brivido, è vero. In fondo per noi è terribile accettare la morte...le persone che se ne vanno mentre la vita và avanti.

    Scompaiono voci, gesti, volti: la memoria può conservarne il ricordo ma è proprio quello ci fa sentire la mancanza...e la nostra vulnerabile piccola essenza fa sentire tutti i suoi limiti.

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  5. E' sempre un piacere leggere i tuoi pezzi.


    un saluto

    cinghios

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  6. Grazie per aver lasciato il vostro segno!


    Prish

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  7. al di là di un qualcosa che può essere un abbraccio solidale, faccio un apprezzamento tecnico per la delicatezza con cui è stato trattato il tema

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  8. Prish, hai sempre questa "pesante leggerezza" soave e cristallina, che poi è difficile commentare :-)

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  9. Unendomi all'abbraccio, godendo ancora della dolcezza della lettura, mi sovvengono alcune riflessioni:

    - solidale: quando è morta mia zia, l'ultima della famiglia che viveva in campagna, mentre si celebrava la funzione religiosa sono andata alla casa dei miei nonni che ero abituata a frequentare durante l'infanzia. Ho raccolto l'ultimo narciso, che ho interpretato derivare ancora da quelli che coltivava la mia nonna, ma la casa era chiusa, non c'erano più le galline, il cane legato alla catena e l'odore della stalla. Nessuno voleva più abitare lì.

    - malinconica: d'altronde qualche tempo prima avevo realizzato che anche il torrentello lì vicino dove gettavo i sassi non era più lo stesso ed invano lo cercammo per chiudere un dopocena tra amiche; l'avevano sezionato in cemento come era idraulicamente corretto.

    - dubbiosa: ma la tua signora con la crocchia di capelli grigi e le mie nonna/zia, erano serene ed appagate nel loro vivere semplice, duro e autentico? Forse è questo quello che c'era una volta e che temiamo che non ci sia più, la capacità di trovare serenità in quello che c'è?

    - operosa: se ci passi una ricetta, ci procuriamo le uova dal tuorlo giallo giallo, facciamo la torta rigorosamente senza mixer e dedichiamo un pensiero alle cose di una volta.

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  10. Proprio così, Prishilla: un giorno le cose che ci sono state non ci saranno più, scompariranno le cose, scompariranno chi le ricordava. Scomparirà il Partenone, pensa! Ad un giovane e fatuo regista di cinema che si lamentava della fragilità della pellicola ho ricordato anni fa che c'era di peggio: la fragilità del Partenone, appunto.


    E allora, Prishilla? Che importa se tutto scomparirà? Il bello è che è comparso, Prishilla. Il bello di Eftimios. Pensa come sarebbe stato il mondo, cupo e disanimato, se Eftimios non fosse apparso!


    Aspetto il tuo post per L'ULTIMOGIORNODELMESE di ottobre - se vuoi. Saluti, abbracci, sulla soglia della porta, in un lunghissimo addio.

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  11. Ciao Prish, sei sempre così elegante...

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  12. concordo con la riflessione di saette: il sapore di un incontro lascia un buon gusto in bocca, anche se poi arriva l'amaro del distacco. l'importante è dare sapore alle papille gustative!

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  13. Grazie per i vostri complimenti, che mi hanno fatto debitamente arrossire e gongolare ;)



    Per Saette e Kincob: avete ragione, il bello è che certe cose siano comparse, ma se non ci dispiacesse la loro scomparsa non sarebbe stato così bello il loro scomparire, no?



    Per anonimo (ma chi sei?): grazie per la condivisione dei ricordi, riguardo alla ricetta mi sembra proprio una buona idea, al più presto pubblicherò ingredienti e procedimento. E si apre la caccia alle uova....



    Prish

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