martedì 15 novembre 2005

La strada codarda del blog

Ieri sera Lui ha mi ha detto “bello, ma perché un blog? perché non scrivere a un giornale? o scrivere invece solo per te stessa?”


Giusta domanda, come sempre le sue. Perché un blog?


Credo che sia perché a volte scrivere per noi stessi non è sufficiente espressione di sé, ma d’altra parte scrivere “a qualcuno” è complicato: qualcuno chi? e poi implica ricevere un riscontro: ti pubblico-non ti pubblico, mi è piaciuto-non mi è piaciuto e così via. Allora un blog è una codarda via di mezzo: il mio messaggio è nell’aria, forse qualcuno lo leggerà o forse no, forse a qualcuno piacerà o forse no.  


Lo ammetto, è codardo, e d’altra parte fu proprio Lui, ai tempi dei nostri primi incontri, a dirmi: “tu lanci il sasso e nascondi la mano” . Fatto salvo il fatto che di questi tempi è pericoloso confondersi con i lanciatori di sassi, ma, a parte questo, forse non è un comportamento così sbagliato. Se ci manca il coraggio -  e visto che di coraggio ne serve tanto, tutti i giorni, può accadere di rimanerne sprovvisti di tanto in tanto - se non abbiamo tutto il coraggio necessario ma sentiamo di avere un buon sasso in mano, di quelli che ci fanno fare bei lanci lunghi e precisi, forse è meglio lanciarlo e nascondere la mano che non lanciarlo affatto.

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