martedì 25 febbraio 2025

Hai messo il formaggio?

Quando scendono dalla libreria certi vecchi volumetti rilegati, con il loro sbuffetto di polvere gentile, e ti accorgi che una mamma matematica scriveva, nella sua tesi, di semantica e di sintassi e spiegava quando è giusto asserire che qualcosa è giusto (mentre tu eri solo un desiderio che chissà se le sembrava giusto o così così).

Quando scopri, fra le righe battute a macchina,  che un papà economista, futuro commercialista, nella premessa alla sua tesi sulle reti di distribuzione dell'energia , esortava a non dimenticare di domandarsi, ad ogni tappa, se il costo per l'ambiente valesse il prezzo del progresso (mentre tu eri il futuro infilato nel seggiolone, e forse, sul tavolo della cucina, campeggiava il frullatore nuovo e Greta Thumberg non era neppure pulviscolo di stelle).


Quando ti sembra che tutto sia sempre stato lì e non abbiamo fatto altro che girarci intorno. Il giusto e lo sbagliato, il progresso e le radici, le acque cristalline da proteggere. Le famiglie intorno al tavolo. Le parole sugli scaffali. E tutto gira ed è pronto in tavola, hai messo il formaggio?

mercoledì 1 gennaio 2025

Cominciamolo

 Cominciamolo, questo anno. Cominciamolo, ancor più che col piede giusto, io direi con la mano buona.

Cominciamolo con qualcosa di rosso, perché da quando ho imparato la leggenda del pettirosso non può più mancare,  e con qualcosa di nuovo, ma che sia un pensiero, qualcosa di imparato. Magari un impegno. O anche un amico.

Cominciamolo con un brindisi sussurrato, con una stellina nel cuore, negli occhi, fra le ciglia.

Cominciamolo con un poco di zucchero, con una poesia che ci guarda negli occhi e ci accarezza la pelle nuda. 

Cominciamolo come un libro, come una torta profumata. Come un mattino, con la sua brina e il suo buon caffè.

Cominciamolo come un dono.

giovedì 12 dicembre 2024

Cara Santa Lucia

 Cara Santa Lucia, caro Asinello,

la volete sapere una bella?! Proprio ieri, neanche a farlo apposta, in vista della lucidata di oggi... mi si son scollate le suole delle scarpette!

Beh si Asino fai bene a scuotere la testa, scarpette non è proprio la parola giusta, diciamo piuttosto dei miei stivalacci , quelli caldi e robusti con la suola che non teme fango e neve. 

Eh no, Asino, non ti credere che non ti becco a ridacchiare sotto i baffi.... no, non me ne sono andata in giro coi ditoni fuori, in qualche modo han tenuto botta e sono arrivata a casa, ma oggi invece di lucidarli li ho infilati in un borsone, pronti per un giro dal calzolaio. O dal cassonetto.

E mentre li riponevo, facevo l'esame di coscienza e l'elenco dei desideri e mi domandavo se ne valesse la pena, di portarli dal calzolaio. Perché a dire il vero sono un po' scalcagnati e io pure un po' lo sono, o mi ci sento.  

Faceva freddo molto oggi. Ci ho proprio pensato a scambiare gli stivali con un paio di ciabatte. Come mi frullavano i pensieri... non c'era verso di tenerli a bada.

Eppure li ho tenuti, gli occhi in su. E ho impastato propositi buoni e biscotti cosi cosi (ma dolci eh?!)

E impasta e pensa, quando la notte ha coperto il cielo le stelle erano arrivate e voi con loro. E il freddo sapeva di neve. E mi è venuta una gran voglia di risuolare gli stivalacci e ripartire. 

GRAZIE

domenica 24 novembre 2024

Zia maggiorenne

 Arriva quella telefonata e tu salti per tutta la casa come una pallina perché sei diventata Zia.


E sì lo so che col senno di poi lo ero già ma allora non lo sapevo. Allora eravamo ancora al punto in cui davo del lei e chiedevo permesso ed ero la fidanzata dello zio, ma fidanzata si diceva sottovoce.

Quindi non conta. O meglio adesso conta ma allora non contava.  Non so se mi sono spiegata bene ma quello che conta è che io i miei anni da zia ho cominciato a contarli da quella telefonata lì. 


E da quella telefonata lì sono stati pelouche e canzoncine. Amici immaginari e tuffi senza braccioli. Disegni e biscotti.  Domande da cardiopalma. Sushi, abbracci e letterine. Indici che si incontrano e affetto trasmesso, con gli occhi negli occhi e la mascherina sulla bocca. Magie. Tantissime magie. Candeline soffiate con le gote gonfie e lo zucchero che vola. E ad un tratto quelle candeline sono 18.


Lei è maggiorenne, ha un nugolo di amici festanti dai sorrisi contagiosi, un abito da sera e splendide spalle nude, gli occhi da fatina improvvisamente vellutati... e tu sei una zia maggiorenne. 


Puoi votare. Guidare. Andare in prigione. 


E ti chiedi, sottovoce: sarò all'altezza? 

E lei ti sente. Tutti loro ti sentono. E ti guardano. E tu allora lo sai per certo che non lo sei. Affatto. Che non lo sarai mai. E che il regalo più bello che potranno farti mai è questa voglia testarda e dolcissima di continuare a provarci. 

lunedì 30 settembre 2024

Avevo voglia di raccontarlo

 Io non lo so se esiste qualcosa di più bello di quel senso di allegria che ti prende in quel punto fra le costole e la pancia al pensiero che una persona amata, dopo tanti giorni, sta per tornare.

Non è sollievo, non è il colmarsi di una mancanza.

Non è il riprendere fiato da una lunga apnea.

È la voglia di correrti incontro, senza una ragione. Come un ciuffo di panna montata. 

Ed è anche un po' la voglia di raccontarlo a questo cielo che sembra mi accarezzi la testa, con le sue nuvole coi baffi e col suo tramonto fiammante, che profuma di patate fritte e di un certo grembiule. 

Ed è anche un po' il ricordo di certi occhi, quando sentivano il clacson che suonava allegro, imboccando una certa curva ai piedi della collina. E delle mie gambe bambine che contagiate correvano, correvano incontro.

sabato 31 agosto 2024

Le chiacchiere, quelle belle

 Quelle senza guardarsi, seguendo un aereo piccolissimo solcare il cielo di agosto. 

Quelle guardandosi a rimpiattino, fra il fresco verde e oro del platano che stormisce.

Quelle guardandosi stretti.

Quelle che si sciolgono in una tazza di te.

Quelle camminando, che pian piano prendono il tempo dei passi, e un passo dopo l'altro percorrono lunghe strade.

Quelle mescolate in un mazzo di carte, dette e ridette in mille combinazioni possibili e ogni volta, infine, intrecciate nella loro bella scala reale.

Quelle con in mano una racchetta, una mazza da golf, il manubrio di una bici, quelle a cui serve un alibi, un guscio, un battito d'ali.


Le chiacchiere, quelle belle. Quei fili sottili, fortissimi. Che nutrono e illuminano. Che puoi tenere in mano, come Arianna, casomai avessi bisogno di ritrovare la via.

martedì 23 luglio 2024

Forse, semplicemente, sono troppo salata

Forse, semplicemente, sono troppo salata. 

Come un pezzo di baccalà da conservare. Come un acciuga tappata in un barattolo.

Forse è per questo che ho bisogno di un lungo ammollo.

Perché i pensieri non mi diventino secchi e duri (e meno che mai, ragazzi, il cuore).

Perchè le caviglie si flettano e le ginocchia e le anche, le spalle, il collo e le sinapsi, perchè le braccia si tuffino, ritmiche, e le mani entrino, pulite e aperte, nelle cose..




martedì 11 giugno 2024

Quando prendi in mano il vasetto

 Quando prendi in mano il vasetto, un po' scettica, guardi le foglie alla base, come ti ha insegnato la nonna, vedi un po'di secco e stai per metterlo giù ma alle tue spalle arriva il tizio col grembiule e la targhetta e ti dice "eh sì, è un po' malmessa..." e click fregata. 


Non molleresti più il vaso neanche se ti prendessero le dita a martellate.  E mentre paghi (naturalmente neanche ti è passato per la testa di trattare almeno uno sconto) stai già recitando il programma:  rinvaso, cornunghia, fra un mese il concime a lenta cessione....


Ma poi salendo in macchina, eccolo il dubbio.

Sarò il prototipo che studiano al corso dei venditori?!?

Quella che deve salvare le piante come gattini zoppi sotto la pioggia? 

Quella che non fai in tempo a finire di dirle scommetto che da quassù non ti tufferesti che già senti il rumore della panciata?

Dite che mi riprendono con le telecamere del negozio e mi fanno vedere ai neoassunti??! 


Ed infine, scivolando pensierosa lungo il viale ombroso, snoccioli pure la tua risposta. Prendete pure appunti, cari neoassunti. Ci sono anche quelle come me. Che in certi balconi perfetti si sentono quelle con l'orlo scucito. Che quando piove zoppicano. Che se non si tuffano sognano il gusto del frangersi dell'acqua per settimane. Che dopo la panciata se ne tornano a casa scuotendo la testa e qualche volta trovano un germoglio nuovo. E sorridono.


Quindi gongolate pure: avete venduto una piantina secca a prezzo pieno. Ma forse io ho acquistato un sorriso che non ha prezzo....

venerdì 10 maggio 2024

e lo mangerò

Oggi il cielo è azzurro, senza nubi.

Torneranno, stracci grigi all'orizzonte.

Nuvole gonfie, che si spingono e si ammassanno, e un buchino di sereno, e io che soffio per tenerlo largo, i pugni chiusi, i piedi per terra.

Cieli di rossi di sera, striati, graffiati, con la loro speranza nel respiro.

Una stella da cercare, solo una, almeno una, perché mi faccia l'occhiolino prima di andare a dormire.


Ma oggi il cielo è tutto azzurro. E io sto, con questo cielo sulla testa, nell'aria pulita. Fiori che sbocciano e talee che mettono le radici.

La gazza insolente che inclina la testa e sembra mi faccia l'occhiolino.

Silvestro, sul terrazzo accanto, si è addormentato e i fogli del giornale, abbandonati, fremono.


Ho comprato il pane, nel forno buono, e adesso mi siederò, nella mia poltrona nuova, sotto questo cielo senza neanche una nuvola, e lo mangerò. E per questo pane quotidiano, renderò grazie.

giovedì 18 aprile 2024

...innanzitutto...

Colloquio di selezione  con una giovane neolaureata.

Una di quelle col viso pulito, gli occhi luminosi e la coda di cavallo. Coi pantaloni blu e la camicetta e il braccialetto sdrucito del mare che porta fortuna.

Una di quelle che risponde alle domande, e punto.


Dopo una mezz'ora di botta e risposta sul suo percorso di studi e aspirazioni professionali:

"... leggo sul CV che ha ottime capacità di lavorare in gruppo. Ora, lei non ha ancora avuto esperienze di lavoro, ma sicuramente durante gli studi avrà avuto occasione... poi vedo che è stata tanti anni negli scout... ecco, allora le chiedo: qual'è di solito il suo contributo, cosa "porta" Chiara nel gruppo...?" 


Classico filo di imbarazzo. Pausa. Volge lo sguardo intorno. "Non so..."

Poi sorride e torna a guardarmi negli occhi: "beh, innanzitutto io di solito porto la chitarra".


#assunta

venerdì 8 marzo 2024

Otto Marzo

Oggi ho fatto questo pensiero: in regalo, per la festa della donna,  mi piacerebbe che la parola Donna potesse finire in soffitta. Nei bauli con i merletti della nonna.

 Sì lo so è provocatorio. E forse io stessa non sono neppure del tutto d'accordo con quello che sto per dire. Però qualcosa mi invoglia ad imboccare questa strada. Così, per curiosare.

Ecco, ho pensato, non sarebbe male se fossimo al punto in cui poter mettere in soffitta questa parola, Donna - che mi dicono derivare da domina: signora, padrona -  e prendessimo l'abitudine di riferirci a tutte le persone chiamandole Uomini - dal latino homo, legato a hŭmus 'terra'. Terrestre. 

Homo Sapiens. Homini. Uomini. Il nome della nostra specie.

Uomini maschi e uomini femmine, con tutto ciò che di differenza ne deriva, ovvio. Con mille modi e altrettante parole per fare di queste differenze - e di altrettante multiformi e sfaccettate somiglianze - un'infinita gamma di irripetibili individualità. 

Ma, fondamentalmente, senza più nessun bisogno di definire in modo diverso il nostro Essere Umani.

giovedì 29 febbraio 2024

Le viole

Mi colgono sempre all'improvviso, le viole.

Come certe occhiate discrete, fra le foglie scure, impregnate di inverno.

Carezze.


Silenziose e vellutate, come passi di prima mattina, avvolti nella vestaglia. Promesse.