martedì 23 maggio 2017

Ho sentito leggere Tagore in sanscrito

Ho sentito leggere Tagore in sanscrito e mi sono resa conto che qualche volta il significato delle parole non è ciò che serve, per capire. Qualche volta è semplicemente il rimbalzare dei suoni sulla pelle. Lo spessore del silenzio, e della carta sotto le dita. Il mistero di un disegno, il sentiero delle dita quando passano fra i capelli. Il colore del vento che attraversa il cielo. Zia tu ci credi alla magia? Io sì, anzi non è che ci credo, lo so. Ah sì? E per esempio cos'è una magia? Per esempio è quello che sento quando ti abbraccio.

2 commenti:

  1. Ciò che dici è molto bello, e molto vero.
    Vorrei solo modificare una parola, non perché non sia vera (ti capisco perfettamente) ma per espanderla a tante altre situazioni.
    Tu dici : “Zia …” , mi piacerebbe aggiungere: ”papà, mamma, nonno, nonna” per comprendere tutti coloro che hanno potuto gioire dell’abbraccio di un bimbo ed essere avvolti dalla dolce magia che ne scaturisce.
    Vorrei anche aggiungere “Amore” per inserire nel cerchio magico tutti gli innamorati, e principalmente quelli che da “morosini” hanno vissuto ormai tanti decenni.

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    1. Hai ragione, perfettamente ragione. Per questo aggiungo anche parole come maestra, maestro, amica e amico e...
      Sai che ora che ci penso forse potremmo più semplicemente dire 'ehi tu, a cui voglio bene..'!

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