lunedì 7 marzo 2016

Vincere la paura

Vincere la paura, si dice. E se invece la perdessimo, qualche volta? 
Come un palloncino che teniamo ben stretto. Lo sguardo schiavo che si alza a controllare. La mano sudata e i gesti impacciati. 
Finchè presi dal fare, dall'accarezzare, dal gesticolare, presi dal vivere in fondo, non allentiamo distratti il pugno e lo perdiamo. Ed è allora che ci accorgiamo di quanto stretti ci aveva legati. 

4 commenti:

  1. Oh, verissimo, Prish: dovremmo imparare che la paura non va vinta ma persa. O almeno pareggiata (proseguo con la metafora sportiva) con la comprensione dei suoi meccanismi, accolta e poi invitata ad andar via.
    Che bella riflessione, grazie per averla condivisa.

    Ciao Prish

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    1. Grazie a te per le tue parole e per la tua lettura acuta. un abbraccio

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  2. Vincere o perdere ?
    Quante volte perdere (saper perdere e sapere perché si perde) è in realtà vincere ?
    Quante volte vincere (e non chiedersi cosa questo significa o comporta per chi è vinto) è in realtà perdere (od almeno perdere una buona occasione per essere “diversi”, come forse dovremmo o vorremmo)?

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    1. Forse sono solo risvolti della stessa stoffa... e forse perdere nel senso di smarrire qualche volta ha più a che fare col vincere... :-)

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