Il capitolo quattro ha i caratteri appuntiti e faticosi delle mani screpolate dal freddo, della ricerca delle chiavi in una borsa troppo piena e delle gomme sgonfie che non ne vogliono sapere di prendere l’avvio della salita.
Nel capitolo quattro Lei ha messo un gran pacco di dolci pensieri nel cestino della sua bicicletta e si avvia lungo il viale ancora privo di foglie, con il collo avvolto nella grigia lanosa consapevolezza che fra l’essere e il voler essere c’è di mezzo quell’angusto passaggio nella cruna dell’ago.
Ci sono persone che intendono il Tempo come elemento allo stato solido. Ordinano unità predefinite di tempo come zollette in un piattino. Cercano la configurazione ottimale: spostano i pezzi, li girano. Se proprio un pezzo non ci sta lo buttano, se proprio rimane un buco respirano.