lunedì 23 ottobre 2006

Tentazione d'autunno

Gocciola la doccia come la pioggia fuori dalla finestra e scivola sui capelli come la pioggia sulle tegole spioventi.


E, come la pioggia, la mia doccia mattutina riscalda l’autunno inoltrato di una voglia di intimità e di silenzio. Voglia di ritornare sotto le coperte ad aspettare il risveglio della clorofilla, e il risveglio della mia gamba ferita. Voglia di rimanere ferma, sapendo che basterà un’attesa quieta, scaldata dallo scorrere libero dei pensieri e del respiro, un’attesa in  cui il male si diluirà lentamente e si scioglierà come humus nella terra.


Ma chi l’ha detto che il tempo cura tutti i mali? A volte invece il tempo scolpisce e conficca il male più a fondo, lo cristallizza e lo fissa per sempre, cambiando le nostre sembianze, costringendoci a trovare nuove vie per sopravvivere, come fanno le radici mutilate, o a soccombere e accettare una nuova forma, fosse anche una inferma immobilità.


E quindi anche oggi brandirò l’ombrello e zoppicherò giù dalle scale, non cederò alla tentazione melliflua della pioggia d’autunno: anche oggi sarò al mio posto, a difendere la possibilità di tornare a correre, quando anche la clorofilla si starà risvegliando.

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