venerdì 1 settembre 2006

Karpathos: Azzurro e Vento

Vento. Io e la mia stampella, sottili sottili, ritte sulla scaletta e il vento ad abbracciarci e sconquassarci tutte.


Io, la mia stampella e Lui, ad aspettare la nostra valigia azzurra in un aeroporto che sembra l’ingresso di una vecchia scuola elementare, con le panche di legno intorno alle pareti e qualche manifesto appiccicato con lo scotch. Campionato del mondo di speed surf. Eh già.


E poi l’hotel Irini, con signora Irini ad accoglierci: prendisole fiorato, braccia capaci da mamma d’altri tempi e unghie rosso fiamma che scorrono l’elenco delle prenotazioni.


Fuori solo azzurro e vento. Sotto il pavimento a grandi piastrelle bianche e nere.


Alzo lo sguardo per incontrare quello perplesso della signora Irini: “Dobbiamo aspettare mio marito, la prenotazione non risulta”.


Fuori solo azzurro e vento. Dentro, sulle piastrelle bianche e nere, concitate telefonate in greco, dita abbronzate e tozze che sfogliano quaderni, fax, rubriche. Bianchi sorrisi lanciati al di là del bancone come a dire: tranquilli, e intanto arrivano anche bicchieri di succo di frutta e scuse.


Poi eccola la soluzione: la camera del signor Ioannis, il marito. Tranquilli, solo per un paio di notti.


E così eccoci qui: io, la mia stampella e Lui, icone dappertutto, un cero e un cofanetto di conchiglie. A fianco del letto un fucile da caccia e foto di nipoti con la cornice dorata. Il centrino sulla piccola TV e fra l’asse da stiro e il comò una distesa di bagnoschiuma e creme da barba. Nell’armadio i vestiti del signor Ioannis. Fuori solo azzurro e vento, e i mondiali di windsurf, domani.


 

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