mercoledì 2 agosto 2006

Vacanze fai da te

Sto cercando di organizzare una settimana di vacanza al mare; quest’anno ho alcune esigenze particolari che complicano un poco la ricerca della località e della sistemazione più adatta. Dopo diversi giorni di ricerche matte e disperatissime su internet ho finalmente deciso di rivolgermi ad un’agenzia di viaggi, pensando “sono i consulenti, sapranno aiutarmi”.


In due giorni ho visitato due agenzie. La scena è stata la medesima, talmente identica fin nei minimi particolari da farmi temere una candid camera. La descrivo: entro, una signora sorridente, accaldata e occhialuta fa cenno di avvicinarmi; è palesemente sfinita, alle soglie di una agognata vacanza di ferragosto, ma ancora tenace nel suo “sorridere al cliente”. “Buongiorno, vorrei fare una settimana di vacanza al mare, ho necessità che il viaggio sia comodo e senza troppi trasferimenti, che ci sia una spiaggia di sabbia, con un facile accesso al mare, raggiungibile direttamente dall’hotel. Il  mio fidanzato vorrebbe fare un corso di windsurf avanzato”.


Sguardo interrogativo e breve attesa. Anche io attendo sorridente. Un attimo prima che si rischi l’empasse lei chiede “quindi dove voleva andare?” E io, ancora speranzosa e ai suoi occhi forse vagamente implacabile, “non so, volevo appunto un consiglio”.


Lo sguardo lentissimo scivola sulla distesa di cataloghi in bella mostra alle sue spalle cercando un aiuto, un appiglio, un segno. Niente, nessun segno. Partecipe della sua sofferenza decido di offrirle io l’agognato appiglio. “Non so, avevo pensato alla Grecia…” e lei lo afferra al volo, grata. “Ah, perfetto”, acchiappa il gigantesco raccoglitore dei last minutes e comincia a sfogliarlo accanto a me snocciolando, finalmente a suo agio, cifre,  nomi di isole e di hotel in apparente ordine sparso.


Io sto zitta dieci minuti buoni, poi trovo lo spazio per interromperla: “Senta, io non conosco queste strutture, avrei bisogno di saperne di più per capire se possono andare bene…”. A quel punto sono diventata inequivocabilmente l’incubo pre vacanze. Mi guarda di traverso, lotta con encomiabile tenacia con il desiderio di indicarmi la porta, dà uno sguardo supplichevole al telefono che però rimane ostinatamente muto, poi finalmente torna a rivolgersi al mare patinato di cataloghi che le protegge le spalle, ne sceglie attentamente una decina e, rassegnata, inizia a sfogliare accanto a me “dunque vediamo qui dice piscina, ping pong, gioco bimbi” “sì ma il windsurf?” “mah, non lo dice” “d’accordo, ma è una zona ventosa?” “mah, ventosa non saprei, certo un po’ di vento a volte in Grecia c’è.”


Quindi eccomi qua, di nuovo a casa, a sfogliare la pila di cataloghi che ho ricevuto in dono,  a cercare le informazioni mancanti su Internet, mandando mail ad un numero improponibile di info@ …..


Ma l’aspetto più simpatico della vicenda è che quando, fra un paio di giorni almeno, avrò finito le mie ricerche e individuato la vacanza che fa per me, dovrò tornare in agenzia per prenotare.


Pagando il servizio, naturalmente.

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