martedì 26 dicembre 2023

La sera di Natale

 Mi piace, andare a messa la sera di Natale. 

Mentre la lavastoviglie fa il suo lavoro, il primo carico di piatti già impilati, i bicchieri in fila sul canovaccio. Il pentolone lucido, soddisfatto, ancora da riporre.

Sciarpa e giacca sui vestiti festosi, i guanti sulle mani un po' screpolate, l'aria finalmente pungente.

Una chiesa antica, sulla soglia del centro illuminato. Un sacerdote con la voce calda e piena. Le candele, quelle di cera, davanti alla statua della Madonna con l'abito celeste.

Il canto che sale alle volte decorate e torna giù, a riempire e accarezzare. E io posso aprire la bocca e sussurrare soltanto, ed è come se quel canto venisse anche da me, se ci metto il cuore. Mi viene da pensare che forse è questo, essere chiesa. Che chi sa cantare porti nel proprio canto gli stonati. Tutti quanti. 


Mi piace andare a messa, la sera di Natale. Porto  con me la preghiera che abbiamo recitato con il profumo della pasta al forno, il rumore dell'acqua del mulino del presepe, i calici pieni, i segnaposti, gli abbracci, i sorrisi. I musetti. I maglioni con le renne. Le letterine. I pinoli. I festoni d'argento e i carillon. Gli abbracci e le luci. Il primo sorso di brodo. Porto qui tutta questa gratitudine impacchettata e infiocchettata, nel sacco rigonfio di Babbo Natale, e qui il dono davvero si apre. E mi apre.

Luce dona alla menti, pace infondi nei cuor.

martedì 12 dicembre 2023

Cara Santa Lucia

 Cara Santa Lucia, Asinello bello,

eccomi qui a specchiare la coscienza in queste scarpette che pian piano, lucida che ti lucida, vedrai che anche quest'anno mi faran vedere più chiaro

(Ahi ahi....)

Asinello saggio, mi sa che hai ragione. Ahi ahi. Forse sarebbe stato meglio farsi prestare lo specchio delle mie brame

(Sue...)

(Eh?!)

(Sue, delle sue brame. Non delle tue)

(Che precisino, dai che hai capito!!)

Dicevo, appunto, che sarebbe stato meglio uno specchio meno precisino. Perché le scarpe, quelle li, non te la raccontano. E lo sanno bene, loro, che la strada della bontà anche quest'anno l'ho mancata!

(e intanto sfrego)

Asino caro, Santa Lucia mia bella, guardate qua quanti capelli bianchi! Io pensavo che coi capelli bianchi venisse fuori la saggezza, così naturalmente, come un gomitolo che si srotola e cambiano i colori, come in certe belle sciarpe che mi scaldano l'inverno e le mattine.

E invece no, anche quest'anno, anzichè percorrere, un passo dopo l'altro, la Via della Saggezza e della Bontà, io ho fatto gran salite e guadi, e ghiaioni, sentieri nel bosco e .... e ho girato intorno.

Ho mescolato le fiabe invece della polenta. Ho chiesto consigli e non li ho ascoltati. Ho messo in buca pochissime palline ma ho dato buca a un paio di appuntamenti. Ho accarezzato le idee e poi le ho lasciate lì a paidire. Eccetera.

Eppure. 

Eppure voi venite.

Come certe belle foto in certe giornate storte. Come certe ciambelle con quei bei buchi tondi...

(Ehi... a proposito di ciambelle....)

(Sì, sì, i biscotti sono nel forno, speriamo siano un pochino più buoni di me!)

Ecco venite, venite anche quest'anno, con la vostra scia imperterrita di stelle, non demordete, che se voi ci credete, se mi fate luce, io mi infilo le scarpe e ci riprovo! 


giovedì 30 novembre 2023

Libri nel cestino

- Lupooo, Lupooooo
- (Sobbalzando) Uh santo cielo, ma quanto urla quella bambina ...
- LUPOOOOO
- (Mmm però ha quel bel cestino ...) Bella Bambina, qual buon vento?
- Guarda Lupo (aprendo il cestino), guarda che libro ho preso in biblioteca!
- Libro?? Biblioteca?? Ma quelle belle frittelle zuccherose che faceva la tua mamma dove diavolo....
- Ma Lupo, pensi solo a mangiare!! Insomma! E la cultura? La tua istruzione?? Guarda qua. Favole al contrario, si intitola. Guarda, dice che tu sei tutto buonino e io sono una peste rompiballe.
- Beh in effetti ...
-Come osi?! (dandogli un gran pestone sulla zampa)
- Ahià. E poi cosa dice? Ci sono delle ricette?
- Ma che ricette! Dice che il Gatto ha i calli ai piedi e porta solo le infradito e che la Bella, quella là che dorme in piedi, invece soffre d'insonnia e tiene in piedi le fatine a far dei burraco mentre il Principe russa sul divano. E poi dice che Pollicino della foresta si è innamorato e con l'Orco han costruito un parco avventura per i Sette Nani, che appena Biancaneve gira l'angolo vanno là a far fogone.
-Ma sai Bella Bambina (che poi, ti ho visto anche certe mattine che proprio bella...)
- Cosa borbotti, lupo?!
- Niente niente, dicevo, ma sai che questa del fogone, mi pare una bella idea?
- Vero Lupo? Anche a me ...
- Andiamo?
- Ma la sai la strada?
- Mi sa che Pollicino avrà lasciato i sassolini, no? O sarà stato l'Orco? A questo punto potrebbe anche capitare ...
- Oh sì potrebbe capitare...
- E potrebbe anche capitare che una bambina ribalti il libro delle fiabe e salti sul cavallo bianco per andare a salvarsi da sola.
- E che per andarle incontro un mago e una principessa attraversino il mare sul tappeto volante e apriti Sesamo, può capitare che Ezechiele Lupo sia quello che tanto tanto tempo fa (o forse non poi cosi tanto) sentiva la sua casa tremare
- E che la Smemo abbia ricordato alla Strega che con le mele può fare torte buonissime...
- E che mi invitino a merenda?
- Ma Lupoooo......

(con un grazie a #nonnamia e, naturalmente, a Gianni Rodari)

lunedì 30 ottobre 2023

Riposarsi

Eh lo so che  non farò una gran figura, ma io l'ho capito adesso che "riposare" è un verbo attivo. E che per riposare, ci vuole un certo impegno. Non è come non far niente.

A pensarci, in effetti,  già lo dice la parola. Ri-posare. 

Non basta posare le chiappe (ops) sul divano. Bisogna posarle una seconda volta. Distendere i muscoli. Convincere le dita dei piedi ad allentare la presa. Ri-lassarre le spalle. E già la parola ti avvisa che servirà un respiro lungo.


E poi è un verbo riflessivo. Io riposo me. 

Non è che posso farlo fare a un altro. 

Serve che mi chini su di me, come un cerbiatto acciambellato. La testa non può stare ritta come un periscopio a scandagliare i flutti.

Io ri-poso me. 

E soffio, dolcemente, sui pensieri affinché scorrano. Come quando il vento pulisce il cielo.

sabato 30 settembre 2023

Città Eterna

Un pomeriggio dorato e una notte di velluto.

Roma che ha un cuore che batte. Nonostante. Che ha una dolce vita che persiste. Come un profumo  che aleggia e scompare. E a volte inonda.


E io, incartata di seta frusciante, una fila di bottoncini sulla schiena, come luci lungo la pista di atterraggio di un brivido, io scendo le scale a vado a berne un sorso.

Dandoti la mano.

giovedì 31 agosto 2023

Ho capito che non mi basta partire per mettermi in viaggio.

Ho capito che non mi basta partire per mettermi in viaggio. 

Non basta chiudere la valigia, saltare in macchina e percorrere chilometri. 

Deve assopirsi quel mio bisogno di cercare, perchè si faccia spazio la possibilità di lasciarmi trovare. Dai luoghi, dagli incontri. Dai cieli e dai quadri. Da un waffle, finalmente, quando mi ero rassegnata. 

E mi ha trovata una bambina, lungo un viale di periferia, che mi ha fatto l'occhiolino e mi ha messo in mano un fiore. 

Mi ha trovata un castello, quando già era buio, e le luci si sono accese solo per noi, e c'era una macchina parcheggiata e un suono lontano di  pianoforte ed è arrivato un bacio con tutta la sua magia. Chissà se al mattino, quel castello, c'era ancora. 

Mi ha trovata una torre altissima, con le campane nella pancia, che mi ha portato su su, come il collo lunghissimo di una giraffa, a ricordarmi che la città è piccolissima vista da lassù, e come sono piccoli quegli omini che corrono. 

Mi ha trovato un'ostessa vestita di bianco, in un ristorante piccolissimo, che a fine serata era senza macchia e ancora sorridente, ed io avevo la pancia pennellata di cose buone e gli occhi pieni di riflessi, come le luci sui quei bei canali. 

Mi ha trovata, quella voglia di girovagare, che non mi ero neanche accorta di aver lasciato chiusa nella valigia, quando l'avevo portata in cantina, per mettere ordine. 



lunedì 31 luglio 2023

Lasciarsi prendere per mano

Lasciarsi prendere per mano. Lasciare la borsa sulla sedia, il tovagliolo buttato accanto al piatto. Vieni zia, andiamo a vedere se i cavalli dormono.

Infilare il vialetto, quello senza le luci. Lei a sinistra, saltellante. Lui a destra, cicerone.

Facciamo la scorciatoia. Di là c'è la piscina. La vedi, zia? Passiamo di qua.

Lasciarsi portare nel buio vellutato delle sere di luglio. Lasciare entrare fili d'erba nei sandali. E un'ombra di avventura.

Qui non si passa. Di qua, chinati, passiamo fra gli alberi. Ecco le vedi? Sono le stalle. Ti racconto una barzelletta. Ridi piano che i cavalli dormono.

Sentir correre l'aria fresca, qui dove abbiamo seminato le conversazioni e i camerieri. Qui dove sorge grande la luna. 

Zia lo vedi? È un aeroplano. Attenta al gradino. Lasciarsi prendere per mano. Lasciarsi avere ancora 8 anni.


venerdì 30 giugno 2023

...e poi piove

 ... e poi piove, della pioggia d'estate, e tu soltanto respiri.

Respiri.

Abbracci. E ti lecchi le dita dalla crema di burro. 

E batti le mani con tutte le forze, ma il cuore batte più forte. E hai una lacrima di crema di burro, sul ciglio di questa voce che sale e volteggia e tu legata dentro, come nella navicella dell'ottovolante. 

E piove, piove una pioggia leggera, e la terra beve, e tu, tu soltanto respiri.


domenica 28 maggio 2023

Con un grazie

Con un grazie, a chi mi ha insegnato a seminare. Ad innaffiare e ad aspettare. A fidarmi della pioggia e del sole. A correre ogni mattina a guardare, come una bimba la mattina di Natale, e con lo stesso eccitato stupore, gioire della scoperta di un microscopico filino verde.

Con un grazie a chi mi ha seminato. Perché arriva poi la pioggia e arriva il sole, ma davvero per sempre il seme porta in sè la memoria delle mani che lo hanno messo a dimora,  degli sguardi che lo hanno aspettato e innaffiato, della luminosa felicità che lo ha accolto. Come un miracolo.

domenica 30 aprile 2023

Carpe Diem

Lo diciamo continuamente,lo scriviamo. Con leggerezza. #carpediem. Cogli l'attimo. 
E nove su dieci intendiamo, semplicemente: goditi la vita.  Dai fallo, che chissá quando ti ricapita. Serviti a piene a mani. Cose così. Uno strizzare l'occhio alla cicala che è in noi e darle il permesso di tenere un po' il volante. 
E va poi bene, intendiamoci.
Ma oggi, scrivendolo (sì l'ho proprio scritto, così, con l'hashtag, sotto le foto) mi sono soffermata a pensare. 
Cogli l'attimo vuol dire Accorgiti. Raccoglilo. Sentilo battere. Assapora.
Carpe Diem vuol dire aver sempre pronta la lente per la macro.  Perché come diceva quel tale "non c'è niente di più grande delle piccole cose".

venerdì 31 marzo 2023

Sbagliando s'impara?

 Diciamolo, la maggior parte delle volte "ma cosa ho sbagliato?" è una domanda retorica. 

Un'esclamazione di disappunto rivolta ai santi numi e all'avverso destino. Cinque minuti di sacrosanto mugugno con la loro sacrosanta funzione purgante e lenitiva e nulla più.

Qualche volta, invece, la domanda ce la facciamo davvero. Qualche volta siamo capaci di chiudere fuori  l'autostima ferita col suo fastidioso latrare e ci lasciamo incuriosire.

Allora, attenti, ripercorriamo i nostri passi. Contiamo un'altra volta le viti e i bulloni. Cerchiamo la trappola, scrutiamo il terreno. Lucidi, curiosi. Una battuta di caccia, un enigma. Smontiamo e rimontiamo. Riavvolgiamo il nastro e riascoltiamo i pensieri. Di cosa avrei dovuto accorgermi? 

E quando lo scoviamo, l'errore, eccola, quella sensazione bella di trionfo sudato. 

E lui è lì che ci guarda, nidito, a fuoco.  Orecchie dritte. Ci facciamo l'occhiolino. Quasi ci piace. Sì, ci piace perché abbiamo imparato. 

lunedì 27 febbraio 2023

Ho un tesoro di centrini antichi

Ho un tesoro di centrini antichi e un ricordo di instacabili mani nodose che mi sembravano danzare. 

I mezzi guanti a scaldare l'artrite, l'uncinetto avanti e indietro, dentro e fuori, senza guardare, novant'anni di maestria in una trina bianca e in un bianco perfetto cucù.

Quante ore di lavoro, quanta strada quelle mani. Le coperte colorate, le calze rammendate, i pizzi del corredo, le presine, gli scialli e tutti quei bianchi centrini... Quanti gomitoli, quante labbra serrate, quanti sogni, quante preghiere. Quanta afa tersa sulla fronte e quanti inverni imbacuccati.

Mi aveva insegnato lei il punto catenella. Le mie goffe mani bambine e le ginocchia sbucciate. Il profumo del pomodoro estivo dalla porta finestra, la poltrona gialla nel prato. 

Facevo catenelle lunghissime. Troppo lente o troppo tirate. L'uncinetto che scivolava, gli occhi concentrati, la lingua fra i denti.

Col mio tesoro di centrini spiegato sul tavolo, mi sembra adesso di non avere mai smesso. Un'unica lunghissima catella. I primi occhielli perfetti, fatti da lei ("ecco così, vedi?"), gli altri tutti sghembi. Lungo tutti questi anni.  Da questi bei centrini candidi alle mie mani screpolate. Un'unica, bellissima, ininterrotta, imperfetta catenella. 

martedì 24 gennaio 2023

E scoprirlo proprio oggi...

Ha fatto delle foglie grandissime, il mio elleboro. Foglie che non ti aspetteresti, da quel piccolo fusto, in quel piccolo vaso da balcone di città.  Qualcuna ha i bordi un po' secchi, ma cresce, di un verde scuro e tenace, un verde che ha attraversato l'estate e ne va fiero. 

Oggi mi sono accorta che al riparo di quelle grandi foglie sono cresciuti i germogli nuovi, fitti fitti. Zitti zitti. Al sicuro. Protetti dal sole di questo inverno troppo mite. 

Sono pieni di boccioli. Fioriranno, all'ombra delle grandi foglie avite.


E scoprirlo proprio oggi, poi... come potevo non pensare alle famiglie, quelle belle?