domenica 28 febbraio 2016

..che zitto finalmente

L'intimità della pioggia che batte sul tetto e un abbraccio che zitto finalmente contiene tutto. 
Abbiamo tutti un catino per l'acqua piovana, anche se non lo sappiamo. Non ritornerà al cielo senza aver compiuto ciò per cui è stata mandata. 

lunedì 15 febbraio 2016

Una palla ben tirata

Amava senz’altro la matematica e ne era ottimo esempio di rigore. Non amava gli studenti né insegnare, o quantomeno era abilissima nel nascondere questo amore sotto le falde del suo grembiule nero e sotto l’ala nera del terrore che si adoperava con costanza quotidiana a seminare fra i banchi e lungo i corridoi del liceo.

Il suo ricordo mi evoca, invariabilmente, lo stridio del gesso sulla lavagna.

Quel giorno però aveva nevicato e i rumori attutiti dalla strada, con la loro promessa di palle di neve appena oltre il suono della campanella, si erano frapposti come un soffice cuscino fra i suoi giudizi sprezzanti e la nostra fragile autostima.  E finalmente, dopo l’ennesimo ‘nella vita non combinerai mai niente di buono’ e ‘farti studiare sono tutti soldi sprecati’, la campanella era suonata.

Il tempo di scendere le scale seguiti dalla minaccia di un compito a sorpresa e la battaglia già infuriava, fra palle lanciate in ogni direzione e sgambetti e cappucci pieni di neve rovesciati sulle frange e sugli occhiali.

Sul più bello il grembiule nero si era affacciato alla porta, strepitante: siete dei delinquenti, andate a casaaa… e sull’ultima sillaba la palla tesa, lanciata con mano sicura e braccio potente da dietro la barricata delle auto parcheggiate, aveva compiuto la sua parabola perfetta colpendo il centro del grembiule nero e mandando la prof. a gambe all’aria.

Quindi ieri, quando sul giornale ho letto che l’autore di quel tiro magistrale – cui era stato appassionatamente e ripetutamente sconsigliato di proseguire nello studio delle materie scientifiche o meglio nello studio di alcunchè -  è oggi uno degli autori della scoperta scientifica che la stampa di tutto il mondo definisce ‘da Nobel’ è stato come se ci fossimo alzati tutti e 27 dai banchi di quell’aula e avessimo finalmente, fragorosamente, gioiosamente mandato a quel paese il nostro terrore di non essere all’altezza paludato nel grembiule nero.


P.S. per inciso e per dovere di cronaca: resta il fatto che la sua valutazione riguardo la mia inettitudine verso i numeri, per quanto sconvenientemente espressa, fosse comunque assolutamente corretta!

sabato 6 febbraio 2016

Affinità elettive (Sottotitolo: da Prishilla ci sono i biscotti)

 - È una storia lunga - rispose lei con un filo di voce e abbassando nuovamente gli occhi - molto lunga.
- Bè, non ha nessuna importanza. Le storie che vale la pena di raccontare sono sempre lunghe. Ma vorrei sapere se tu hai voglia di raccontarla oppure no. È questa l'unica cosa importante.- 
La bambina la guardò estasiata. E le repentine scintille d'entusiasmo che Miss Lunatic scopri in fondo ai suoi occhi lacrimosi le fecero pensare al sole quando sta per squarciare le nubi di un temporale.
- Se ne ho voglia? Oh sì, tantissima! Ma a chi la posso raccontare? - 
- A me per esempio - 
- Davvero? - 
- Certo. perché ti sembra tanto strano? (..) Ma non stare qui ferma, vieni, che tira un ventaccio gelato. Adesso andiamo a sederci in quel caffè e mi racconti tutto quello che vuoi. - 
- Tutto quello che voglio? È troppo. E lei avrà fretta. Avrà altre cose da fare. - 
- Fretta io? No. E se anche ne avessi...Non ho mai trovato niente di più importante dell'ascoltare storie.