sabato 28 marzo 2009

Le ho trovate

Le ho trovate sparse negli angoli più disparati. Impolverate, sgualcite, stanche di scappare a nascondersi al suono dei miei passi.  Le parole per questo momento. Non riuscivano proprio a stare vicine le une alle altre.  Impossibilitate fisicamente come magneti con la stessa polarità. Sono stata costretta ad infilarle con l’ago ad una ad una finchè non hanno preso la forma di una recalcitrante improbabile collana. Emozioni l’una contro l’altra. Due oceani che stridono. Impresentabile. Impronunciabile.  Ho rinunciato.  Sono uscita su questo mio terrazzo nuovo, una mattina che il cielo era grigio, caldo e disordinato, e le ho liberate. Ho chiesto ad una sola di rimanere, una qualunque, decidessero loro. E’ rimasta Tenerezza. Le altre hanno preso la via delle montagne e non si sono voltate indietro.


Ho buttato il filo della collana rimasto nudo e ho sostituito le parole con un portachiavi morbido e buffo e un grande mazzo di rose gialle.

giovedì 26 marzo 2009

Da qualche parte

Eppure c'erano, da qualche parte. In mezzo a tutta questa carta, su uno di questi scaffali. So di averle, o almeno di averle avute. Certo non sono state buttate. No, è impossibile. Potrebbero essere finite nella cesta dei panni sporchi? Ma dove diavolo le avrò infilate. Mi sta bene, così imparo a lasciare tutto alla rinfusa. Ho guardato in tutti i cassetti. Ho troppi cassetti. Eppure c'erano, so di averle avute, le ho messe da qualche parte, delle parole, per questo momento.

mercoledì 18 marzo 2009

Semplicemente

"Quando Douglas passeggiava il suo cervello correva; quando correva il suo cervello passaggiava". (Ray Bradbury)


Io corro, il mio cervello rallenta e, dunque, non scrivo. Semplicemente.

venerdì 6 marzo 2009

Capitolocinque

Il capitolo cinque è liscio, luminoso e frusciante come la seta dell’abito dei suoi sogni. Ha i colori pastello di una bella boutique e il silenzio rotto solo da tacchi che si affrettano ad esaudire desideri .


Nel capitolo cinque Lei alza le mani e si arrende, travolta dall’evidenza del futile pervasivo piacere di guardarsi  riflessa in alcune paia di occhi e vedersi  Bella, piegata dalla potenza di fuoco della danza di un orlo perfetto intorno alle sue gambe, definitivamente vinta dal lucido subdolo potere dello Specchio. Nel capitolo cinque Lei, ad un certo punto, dirà: lo voglio.