domenica 25 febbraio 2007

Colonna sonora di parole

Spartito1Passo in rassegna le parole e le scelgo solo per la loro sonorità. Le assaporo appoggiandole sul palato. Cerco quelle che si addicono al mio stato d’animo. Le metto da parte e le ripeto in fila come fossero brani scelti per accompagnare un paesaggio che sfila davanti al parabrezza.


 


Brughiera, scelgo Brughiera e Baluardo, poi anche Pertugio. Accantono il suono pieno e rotondo di Collina e di Risotto, non mi appartengono oggi, così come parole quiete e contenute come Lago o la raffinatezza acuta di Pinzimonio o di Liquirizia.


 


Va bene invece Bruma, niente da fare per il suono suadente di Violino e per la giocosità ricorsiva di Rincorrere e Tintinnare. Scelgo invece Lupo e, per finire Terrapieno.


 


Ecco: Brughiera, Baluardo, Pertugio, Bruma, Lupo, Terrapieno. Oggi mi sento come sento queste parole.


 

mercoledì 21 febbraio 2007

Quel bicchiere...

 

Quando sei sperduto e senza viveri nel mezzo di un deserto assolato e ti arriva in mano un bicchiere pieno a metà ti sembrerà senz’altro mezzo pieno; ma quando stai pregustando, goloso, un gigantesco bicchiere pieno fino all’orlo e ti mettono in mano un bicchiere pieno a metà, allora ti sembrerà certamente mezzo vuoto.


Comunque sia, quello è il bicchiere che hai mano. Godine più che puoi.


venerdì 16 febbraio 2007

Quando scrivere....

Quando scrivere è come chiudersi in bagno a fumare nell’ora di fisica,


quando è come prendersi una mattina per girare per saldi mentre tutti lavorano,


quando scrivere è come uscire sul terrazzo a bere il caffè guardando i tetti invece che il frigorifero o il bancone del bar,


quando è come ritirarsi in cucina a leccare la paletta del dolce lasciando gli ospiti in salotto a palleggiarsi la conversazione ...


….. e ti chiedi, perché non l’ho fatto per tutto questo tempo?



 


Stilografica

martedì 6 febbraio 2007

Questione di vita o di morte? - 2-

Punto_esclamativoAl di là di tutti i discorsi - più o meno complessi, o complessivi, semplici, o semplicistici - che sono stati fatti in questi giorni sul tema del calcio e della violenza negli stadi, mi sembra che ci siano tre diversi livelli su cui è possibile orientare le riflessioni, e mi sembra che sia un errore logico mescolare questi livelli, così come mi sembra riduttivo non tenere conto di qualcuno di essi.


Ho voluto provocatoriamente indicare i suddetti tre livelli con la domanda-quiz del mio precedente post, questa sera vorrei provare a mettere in fila qualche parola per spiegare il mio pensiero.


 


Morire per una partita di calcio è insensato nella misura in cui è insensata la violenza fra esseri umani, quella violenza in cui non c’è nulla di reale da difendere e nulla di reale neppure da guadagnare.


 


Morire per una partita di calcio è incivile nella misura in cui una civiltà non ha il potere, e la capacità di educare, sufficienti a far sì che vengano rispettate le regole minime di una convivenza rispettosa e sicura.


 


Morire per una partita di calcio è immorale nella misura in cui gli interessi che ruotano intorno a uno sport sono più importanti dell’etica, e nella misura in cui qualcuno è disposto a fare leva sulla debolezza delle persone in nome di questi interessi.


 


 


Forse non si può fare nulla per risolvere l’insensatezza della violenza, ma può darsi che si possa fare qualcosa per risolvere l’immoralità di certe situazioni - e non credo sarebbe poi così complesso come alcuni hanno interesse a far credere.


Può darsi anche che si possa fare qualcosa per migliorare il nostro livello di civiltà – e credo che questo sia davvero complesso, ma credo anche che sia il migliore, e più urgente, investimento che la nostra civiltà può fare.

domenica 4 febbraio 2007

Questione di vita o di morte?

Punto_interrogativo_1 


 


Morire per una partita di calcio è:


 a) insensato


b) incivile


c) immorale


Scegliere la risposta che più si avvicina al proprio punto di vista.