sabato 28 dicembre 2019

Caro Babbo Natale, grazie

Caro Babbo Natale, grazie.

Quest'anno mi hai portato:
- un Fiat ritrovato in fondo alla borsa quando ne avevo bisogno che è come la sua voce che mi dice "ce la fai"
-  amiche: con in mano il bicchiere o la tazza della tisana, con mille e nessuna parola o con un solo messaggio al momento giusto, con un divano su cui "mi fermo solo un attimo" o con un treno che sferraglia il suo ritardo al ritmo delle confidenze
- visi e voci nuove, intorno al formaggio che spezzetto, nella mia cucina bianca, i primi fili di una trama o solo una scia nel mare, ma ora qua
- un tramonto infuocato, saturo di stelle a portata di mano, e una voce che mi dice "fermati" e "guarda" e "taci"
- una collana di ricordi azzurri, fra le mani che tremano eppure  stringono forte le mie
- la mia rosa bianca, come una bussola
- un lungo pianto, finalmente, sola e vera, nell'abbraccio della musica, gli occhi finalmente puliti, come uno specchio quando fai entrare l'aria
- il potere magico della renna Rudolph, al galoppo nel corridoio, mentre i grandi mangiano la frutta
- la complicità:  abbracciata fra i cappotti sul letto della camera grande,  assaporata nell'assaggio del brodo ("è salato?" "no è perfetto"), ridacchiata fra la carta da regalo di un reggiseno, sussurrata coi visi nascosti dietro alle carte di Dixit
-  la lunga corsa verso di te di un folletto nuovo e una letterina, a mezzanotte, che è come la stella cometa

Caro Babbo Natale, grazie.

giovedì 12 dicembre 2019

Cara Santa Lucia

Cara Santa Lucia, Asino bello,
guardo fuori dalla finestra, oltre le mie lucine nuove, guardo questo cielo grande in lungo e in largo,  e mi sembra di sentirvi arrivare (battibeccando....).

È tutto il giorno che vi aspetto e mi preparo, lucidando le mie scarpette (sì Asino hai ragione, erano stivali ma lasciami un po' di alone cenerentolesco dai...) e guardando questi fiocchi di neve, che proprio oggi sono arrivati, baci dal cielo più che mai.

Avrei tanto voluto scrivervi una bella letterina, ma mi sembra che le parole non si formino. Tipo quando burro, zucchero e farina non ne vogliono sapere di amalgamarsi insieme e nonostante tutto quel girare e impastare ....  di pasta frolla ti restano solo le mani.

Allora io resto qui, a mordicchiare la penna e a guardare il cielo. Sempre più grande, sempre più pieno di stelle. Resto qui e non ho scritto la mia lettera, e non sono stata buona, e di pasta frolla, stasera, ho solo le mani.

Vi sento arrivare e anche quest'anno mi dico che ci proverò a fare come voi, che riuscite a portare un po' di luce. Sempre. Battibeccando.