Ho votato come avrebbe votato mio nonno, se fosse stato in
condizioni di recarsi alle urne.
Per settimane ho riepilogato fra me e me le ragioni logiche
e razionali di questo voto e le ho illustrate ad amici e conoscenti con un
fervore che raramente – forse mai in passato – avevo riversato su questioni
politiche. Per settimane sono andata dicendo che non è tempo di votare con la
pancia o con il cuore – come recitano gli appelli al voto di tante personalità influenti – ma che bisogna pensare bene, pensare
con la testa, perché c’è un mondo nuovo da capire e le vecchie etichette non si
appiccicano più a niente se non alle nostre dita impacciate e ai nostri occhi
miopi e perché col mal di pancia – ammettiamolo - c’è solo un posto dove si va
a finire.
Ho votato con la testa. Ci ho creduto finchè non sono
uscita, compiaciuta, dal seggio elettorale, dicendo compita buona sera ai
vicini e ai conoscenti. Poi, camminando attenta sul marciapiedi orlato di neve
che iniziava a ghiacciare, mi sono resa conto che nel mio voto ci sono pancia e
cuore questa volta più che mai.
C’è mio nonno, in questo voto, che finchè è riuscito a
cucire una riga con la successiva ha letto i giornali tutti i giorni e ha
ritagliato gli articoli che potevano interessare ai suoi nipoti. Il nome
scritto in alto, la pila ordinata sul tavolo dello studio. C’è mio nonno che
ascolta la televisione con le cuffie e qualche volta non è sicuro se sia
mattino o pomeriggio ma i nomi dei candidati li conosce e non si dimentica mai
di chiedermi il lavoro come va. C’è mio nonno che nel campo di prigionia usava
tutti i pezzi di carta che riusciva a trovare per disegnare le modifiche del
capannone, per fare i conti di cosa servirà per ripartire, per mandare a casa
la nota dei clienti e dei fornitori coi numeri e le cifre e la sua firma in
fondo.
Devo ammetterlo, è inutile: nonostante tutto, ho votato con
la pancia e con il cuore. Mi piaccia o non mi piaccia, sono la lanterna che fa
luce alla mia testa. E anche per queste elezioni, la lanterna aveva folti baffi
e capelli bianchi.
(p.s. per dovere di cronaca è opportuno precisare che 'come avrebbe votato mio nonno' non corrisponde a 'come ha votato mio nonno l'ultima volta che lo ha fatto')