lunedì 29 ottobre 2007

Quindi?

Mettere in moto, partire, fermarsi, parcheggiare, telefonare, appuntarsi, salutare, bere, parlare, dare la mano, aprire, chiudere, soffriggere, mescolare, prendere il numero, fare la fila, pagare, digitare il codice, confermare, allacciare, aprire, chiudere, obliterare, compilare, inoltrare, correggere, salvare, insaponare, sciacquare, appendere, raccogliere, sbattere, respirare.


Quindi?

sabato 20 ottobre 2007

13 ottobre

Ci sono persone che conosci da piccola e poi non le vedi più, però ogni tanto ti entrano in casa, con la loro crocchia di capelli grigi, fra le scatole di uova dal tuorlo giallo giallo. E fanno ogni tanto capolino dal libro di ricette, con il loro nome scritto fra parentesi accanto a titoli come Torta Bianca o Torta di Nocciole.


E tu te le immagini, con il grembiule lungo e le mani operose, a mescolare l’impasto – quello fatto con le uova con il tuorlo giallo giallo – con la ciotola fra le braccia e il cucchiaio di legno, e poi le vedi regolare il forno e avviarsi lungo il vialetto che porta al pollaio, che intanto che la torta cuoce vanno a dar da mangiare alle galline (sì, quelle che fanno le uova con il tuorlo giallo giallo).


 


 


Finchè arriva il giorno in cui ti ritrovi in una piccola chiesa, sulla cima della sua collina, e segui quel cuscino di piccole rose color del tramonto dentro al cimitero raccolto del paese. Sulle lapidi si ripetono sempre gli stessi due o tre cognomi, e mentre li leggi ti viene stupidamente da pensare che lei sarà ancora in famiglia. C’è un’aria fredda che sale dalla pianura e ti entra sotto la giacca e tu pensi che non è l’autunno che sta arrivando a farti rabbrividire: è il timore che possa arrivare un giorno in cui le cose che c’erano una volta non ci saranno più.

lunedì 8 ottobre 2007

Geografia del dolore

Quando diciamo “mi fa male” quasi tutti ci chiedono “dove” ma spesso dimenticano di chiedere “come”.


Eppure c’è un dolore che è morso di cane, c’è un altro dolore che è topo che rosicchia ed un altro ancora che è battere di tamburo. C’è un dolore che è una lama scintillante, e poi c’è un dolore che è una girandola di spilli. Ci sono dolori liquidi che scorrono bollenti e dolori di cemento che preme. Ed ancora dolori che chiedono aria e altri che chiudono i denti. Ci sono dolori gialli, che riempiono la bocca di nausea, dolori rossi e dolori grigi. Dolori che annodano e dolori che strappano e tirano. Dolori che esplodono schegge e dolori che piovono nelle fessure.


Sensazioni così diverse a cui diamo lo stesso nome: cos’è che le accomuna a tal punto da condividere un nome? L’ineluttabilità? L’urgenza del loro cessare? L’estraneità? Tutto questo o nulla di tutto questo e qualcos’altro ancora? Cosa significa “mi fa male”?