domenica 25 aprile 2010

Talenti

C’era un bambino l’altro giorno, che guidava la metropolitana. Seduto di traverso sul sedile, le mani ben ferme sul tubo giallo, lo sguardo nocciola fisso in avanti, i ricci sull’attenti, pronto a frenare raddrizzando le Kickers, svelto e preciso nell’aprire e chiudere le porte appoggiando il palmo alla parete, esattamente sul logo di Figurella. Aveva persino una spada d’argento infilata nella cintura, per difendere i passeggeri da borseggiatori e malviventi.

Non mi ero mai sentita così in buone mani durante il mio viaggio mattutino in metrò.  Gli ho perfino fatto ciao con la mano, scendendo, e avrei voluto dirgli che mi auguravo che facesse una brillante carriera: macchinista del treno, pilota d’aereo, comandante d’astronave, ma mi sono trattenuta, perché lo so bene che è severamente vietato parlare al conducente.

giovedì 8 aprile 2010

Una collana di caramelle d'orzo

Ci sono persone che ti hanno insegnato cose grandi, cose come la Gratitudine, il Rispetto, la Generosità, la Tolleranza e il Perdono. Tu pensi che non le imparerai mai abbastanza e le tieni sempre intorno al tuo collo come una collana di pietre preziose. E quando incontri l’Egoismo, l'Arroganza, la Noncuranza, l’Offesa, tu accarezzi le tue pietre preziose, senti la loro superficie liscia e traslucida, chiara e dolce come quella delle caramelle d’orzo e le stringi dapprima come fossero amuleti, magie, poi come fossero speranze, e, quando sei abbastanza grande, come fossero promesse, impegni, responsabilità.

Ma quando capita che la Noncuranza, l'Arroganza, l’Egoismo e l’Offesa, vengano rivolte a chi ti ha regalato le tue caramelle di orzo e le tue promesse, allora il desiderio è quello di strapparti la collana dal collo e di usarla per Ferire, Vendicare, Proteggere, Ripulire, Annullare. Ma non lo farai: perché la Fiducia (e l’Amore) verso chi ti ha fatto il più grande dei doni, e delle responsabilità, non sarà mai seconda a nessun altro sentire.

domenica 4 aprile 2010

Ci sarò

Occhi di coniglio e ombra di orecchie ripiegate spuntano, timidi come l’erba nuova sotto un cielo tuonante come certe sopracciglia.  

Con un cuore accartocciato dipinto a colori pastello mi avvicino, tenendo ben stretto fra le labbra il mio piccolo ramoscello di primavera: perché tira un vento freddo affatto amico, e, a dirla tutta, saggio sarebbe un repentino dietro front verso la tana. Eppure mi pare che luccichi qualcosa, dietro il nero, quando il vento scompiglia le nubi, ed io vorrò esserci quando spalancherai le braccia, colme di sole.

Perciò, occhi di coniglio e ombra di orecchie ripiegate, il mio cuore accartocciato dipinto a colori pastello si acquatta e striscia sotto alla siepe. Due passi avanti e uno indietro. Naso fremente e coda prudente, sarò qui.