Sulla cima del monte Pic, che è un monte come quello che disegnano i bambini: un tratto che sale e uno che scende, in cima un albero e una panchina, sopra una nuvola bianca, intorno il cielo e davanti, dietro e di fianco la carrellata delle vette che chiamo per nome. Sulla cima del monte Pic, seduta a gambe incrociate (sì, a gambe incrociate, belle strette), abbracciata dal vento, accarezzata dal sole. Pensarmi così.
Penso che potrà succederti.
RispondiEliminaNel silenzio sentirai: “toc”, “toc”; andrai alla porta ma non vedrai nessuno, solo sentirai una vocina dal tono allegro che dirà: “ciao, sono Pic, grazie”.
Sì, penso proprio che Pic abbia quella voce lì, come dici tu, e che sia proprio il tipo che zitto zitto fa un salto dagli amici a ringraziare. Il tipo su cui puoi contare: dopo averlo conosciuto, sai che lui è lì. Toc toc...un bacio...
EliminaSì, penso proprio che Pic abbia quella voce lì, come dici tu, e che sia proprio il tipo che zitto zitto fa un salto dagli amici a ringraziare. Il tipo su cui puoi contare: dopo averlo conosciuto, sai che lui è lì. Toc toc...un bacio...
Eliminanon tanto lontano da me c'è il monte Avic che termina puntuto tra le nuvole che manco il Cervino o il Pic :)
RispondiEliminamassimolegnani
Ma sai che il tuo commento mi è comparso solo ora? I misteri di blogspot....o gli scherzi di Avic e Pic... ;-)
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