Certe case sono e restano casa base. Potrebbe essere perché hanno grandi divani che non temono piedi stanchi e stanche teste o perché hanno un discreto numero di letti sempre pronti a vestire lenzuola fragranti di ninne nanne e sogni. Potrebbe essere perché nell' ingresso c'è il grande tavolo degli scambi: libri, chiavi, buste e biglietti e la carezza discreta di un mazzo di fiori. O perché nei cassetti del ripostiglio ci sono tenaglie e cacciaviti per cento e un bullone e per mille e un problema. Potrebbe essere perché vi si può sempre trovare il caffè più nero, forte e buono del mondo e la pastasciutta col sugo vero e il basilico profumato di cure. O perché da qualche sportello spunta sempre un biscotto buono e qualcuno con cui sgranocchiarlo è più buono.
Ma sappiamo tutti che non è questo il punto, o meglio i due punti. E tutti lanciamo e corriamo, sudiamo e ci sbucciamo le ginocchia, raccogliamo palle e gattini e poi ci tuffiamo, grati in ogni cellula. Casa base, punto. O meglio due punti.
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