Certi piccoli attimi, semplicemente, rompono lo schermo della tv.
Avevo i miei due borsoni pieni di scatolame, pasta e biscotti.
Avevo scelto anche un grande pacco di Abbracci, sentendomi molto sciocca ma non riuscendo a resistere alla ovvia banalità da Mulino Bianco di quel messaggio cifrato.
Avevo messo anche le coperte, anche quella azzurra con le stelle, sentendomi ugualmente sciocca ma non riuscendo a resistere alla facile consolazione di immaginarla abbraccio per un bimbo sperduto.
Avevo svoltato in quella strada del quartiere industriale, quello dietro alla piscina e alla palestra, quello che fiancheggiavo sempre andando all'autostrada.
E ad un tratto lo schermo della tv si è rotto e chi lo sa perché, proprio in quel momento, la guerra e i profughi, le bombe e il dolore, sono stati veri.
Sono stati dentro la catasta dei pacchi, dentro tutte quelle persone che portavano i borsoni e gli scatoloni, dentro quegli uomini che stipavano il cassone del camion che domani partirà.
Un uomo che non parlava italiano mi ha preso le borse e io gli ho detto "grazie" e mentre lo dicevo mi sono resa conto che voleva dire tutto un altro tipo di grazie e non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi.
Pensavo che non aveva senso tornare alla mia macchina, alla mia casa e alle mie scaloppine.
Avrei voluto dire "posso aiutarvi?" e sapevo benissimo che sarebbe stata una richiesta di aiuto.
Invece sono tornata alla macchina, alla mia casa e alle mie scaloppine.
Però quando ho acceso la tv ed è iniziato il telegiornale lo schermo non c'era più.
Buon viaggio Abbracci, buon viaggio Copertina con le stelle, come ha scritto una nipotina molto saggia: portate la pace.
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