domenica 3 ottobre 2021

A righe o a quadretti?

Mai piaciuti i quadretti. E no, non penso riguardi solo il fatto che l'ora di matematica non era esattamente la mia preferita. Il punto, credo, è che mi hanno sempre dato l'idea di guardare il mondo da una finestra troppo piccola. Il chè, in effetti, qualche volta è un vantaggio: una bella cornice che sottolinea il panorama e magari "al guardo esclude" un paio di cassonetti e un palo della luce.

Ma quei quadretti tutti uguali, come finestrine di un casermone di periferia...no non fa per me. Tutt'al più quei quadrettoni grandi, con lo spazio per accoccolarmici dentro come in un bel bovindo di una casa di campagna. 

O, meglio ancora, un paio di quadrettini verso metà pagina, che almeno mi ricordino le finestre con le persiane a cuore di una certa baita di montagna, con sopra un bel fienile in cui far riposare i pensieri! 

Ma decisamente, io son più il tipo da pagina bianca. Come scoprire una città andandoci a zonzo. Come un grande prato in cui togliere il guinzaglio alle parole.

Eppure, a volte, sentirmi una bella riga sotto i piedi mi ci vuole. Imboccare il sentiero della logica e tener dritte le conclusioni. Sfiorare il corrimano, giusto così, per sentire più saldo e sicuro il mio saltellare. 

Ecco, in fin dei conti io finisco sempre per scegliere il quaderno a righe. Mi piace pensare alle parole lì sedute a chiacchierare, con le gambe a penzoloni.

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