Quante parole, in questi giorni alla rovescia.
Quanto cinema, quanta polemica. Quanto bisogno di occupare
questo globale, onnipresente palcoscenico digitale.
Quante ricette, quanti elenchi puntati. Quanto
bisogno di frequentare questi luoghi comuni, ora che al bar non andiamo più.
Quante analisi, quante previsioni. Quanto bisogno di
sentirci fra quelli che saprebbero tenere in mano il volante, se solo non
fossimo rinchiusi qua.
Prishilla invece, stranamente, ha voglia di silenzio.
Di
quel silenzio in cui salutarsi con la mano dal balcone commuove e scalda il
cuore.
Di quel silenzio in cui riuscire a sentire quell'unica voce che scende da questo cielo - che non è mai stato così blu - sarebbe forse possibile.
Di quel silenzio in cui riuscire a sentire quell'unica voce che scende da questo cielo - che non è mai stato così blu - sarebbe forse possibile.
“Non siamo noi che abbiamo fatto il cielo” ha scritto una
poetessa sapiente e delicata*. Ecco, vorrei questo silenzio per ascoltare davvero queste parole e la loro eco…
…eco che rimbalza nel sollievo che provo al sentire certe
voci care, un video, un messaggio, una foto, quello che dicono e quello che non
dicono
… che rimbalza ancora nella gratitudine per questo
coraggio grande che morde ogni giorno, quello di chi cura e quello di chi
aspetta e quello di chi soffre, quello di chi pensa a far bene il suo lavoro, quello di chi pensa a
dare una mano
…eco che ancora rimbalza in uno sgomento fondo e poi rifulge in una lama di luce che è speranza sottile e intrepida
… e poi riecheggia, ritorna, vola e risuona in questo universo immenso e
piccolissimo
Vorrei questo silenzio, per sentire davvero la consistenza di
questo filo che ci attraversa. Tenerlo in
mano. Non scordarlo più.
(*Mariangela Gualtieri, 9 marzo 2020)
mi hai fatto venire in mente un'antichissima pagina del Corriere dei piccoli: c'erano disegnati due alti palazzi, uno di fronte all'altro, che impedivano a un bambino del primo piano di vedere il sole e il cielo. E allora un personaggio fantastico (aveva una mascherina nera sugli occhi) ha organizzato un gioco di specchi in modo che di balcone in balcone il sole arrivasse giù fino al primo piano.
RispondiEliminaun abbraccio
ml
Esatto: proprio così!
RispondiEliminaRicambio l'abbraccio