Ho bisogno che la penna mi riacchiappi. Come la una mano adulta che afferra il filo di un palloncino bambino. Come il rumore dell'otturatore della mia vecchia Minolta acchiappava la luce cangiante dei miei tramonti del cuore.
Ho bisogno di tuffarmi nelle parole e non respirare. Sentire sotto la pancia il fondo sabbioso, le orme dei granchi, le ali delle sogliole, le conchiglie levigate.
Ho bisogno di tenere la penna nelle mani e tendere le orecchie, fare silenzio, restare, assorta, per sentirle arrivare. Le parole.
La penna a cui pensi, l’hai già ritrovata, perché pensarla è già vederla e sentire che anche lei ti sta cercando.
RispondiEliminaNon è affatto adulta e non desidera che adulta sia tu.
Anche lei ha voglia di giocare con le tue parole, di acchiappare tramonti -con o senza Minolta -, di sentire il mare sulla pelle, di ammirare i monti e il cielo.
Anche lei ha voglia di stare a fianco a te in silenzio, ad ascoltare, pensare, capire e ringraziare; anche lei ha voglia delle tue parole.
E per cominciare ringraziamo te, anonimo cacciatore di penne (e di Minolta & co).
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