Cara Santa Lucia, come è difficile scriverti quest'anno e come sento che fa bene sfiorare la tastiera e lasciar correre il pensiero al cielo.
Sì Asino bello, anche tu corri, lassù, in questa notte lunga lunga, e quaggiù fra tutti questi bimbi buoni (e meno buoni, e meno bimbi).
Fa bene pensare alle parole da scriverti pian piano, come i riccioli di glassa dolce che proviamo a ricamare su queste stelle di pasta frolla. Rubando i puntini dalle i e le gocce di cioccolato. Le mie mani ruvide e un paio di piccole solerti mani ballerine.
No Santa Lucia cara, buona non sono stata neanche quest'anno. No Asino, paziente neppure. Eppure non demordo. E voi neppure. Perciò vi aspetto, anche stanotte, coi miei biscotti pasticciati, con la bocca dolce di grazie e di stelle, con le scarpette lucidate, con i piedi pronti. Con la finestra illuminata.
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