Certi giorni partono col piede sbagliato, con gli occhi gonfi, con il mal di pancia. Nascono con l'eredità di qualche fatica da cui il cuscino non ci ha sollevato e ce la ritroviamo lì a rendere un po' insipido e un po' inutile quel caffè doppio con cui cerchiamo di ripartire.
In questi giorni mi affaccio al mondo sentendomi sottile sottile, pronta sbriciolarmi come una foglia secca. Mi sento i piedi incerti e la strada un po' inutile. Fangosa e sterile.
Poi capita qualcosa che mi fa sentire una zia orgogliosa e una sorella partecipe. Dopo un po' qualcosa che mi fa sentire una moglie amata e poi qualcosa che mi fa sentire una collega apprezzata.
Piccole cose. Cose cui forse se fossi partita col piede giusto avrei dedicato solo un rapido luminoso sorriso e poi presto sarebbero state assorbite dal mio passo svelto. Come un buon panino in piedi al bar.
E invece oggi - sottile e pronta a sbriciolarmi come sono - mi continuano a crepitare e scintillare da qualche parte nella testa e nel cuore. Torno a sorseggiarle come una tazza fonda di tè buono.
E allora penso benedetti i giorni che partono col piede sbagliato e benedette le strade fangose, se diventano arcate in cui certe meravigliose piccole cose non smettono mai di risuonare.
Benedetti i giorni ..(tutti i giorni); e benedetta tu, Annalisa, sottile e croccante come un tuo dolcetto, che sai sentire i fatti (non piccoli) della vita, li fai tuoi e li sai dipingere così bene, con parole leggere e colorate, da farli sentire anche nostri.
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Grazie. GRAZIE.
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