Riccioli di matita temperata come le gonne a campana delle bambine d’estate. Abbandonate sulle sedie, sui cassettoni alti, sui pavimenti di maiolica delle case al mare, fra sandali e ciabatte, e un frusciante scalpicciare di piedi abbronzati.
Ho camminato, ho ballato, ho nuotato. Il vento ha riempito le tende, le lacrime gli occhi, semplicemente baci mi hanno chiuso la bocca. Mi lisciano le estati, mi asciugano.
Più corta, più sottile, appuntita dagli anni che passano, mi sento matita fina. Le parole come conchiglie, nella bassa marea.
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