Ho impastato, rimuginando. Ho preso a pugni il cuscino che mi protegge i pensieri. Ho infilato le dita dentro la pasta elastica degli eufemismi, degli alibi e delle mezze verità. Ho ammorbidito con l'acqua limpida che sgorga dalla montagna che sempre mi sovrasta e mi ispira. Ho appallottolato le brutte copie e lisciato l'orizzonte col palmo aperto come orecchie senza paura.
Ho fatto la pizza, l'ho condita col pomodoro che sempre avrà il sapore dell'orto e delle mani che stringevano la vanga, ho sparso l'origano come fosse un seme.
Poi ho apparecchiato la tavola e ho aspettato il suono del campanello, mentre il buio e il calore facevano le parole croccanti. Avanti.
quello spargere l'origano come un seme è il punto di congiunzione tra metafora e realtà
RispondiEliminamassimolegnani
si. :-)
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