Caro 2016, mi sembra impossibile che tu sia stato solo uno. Che un anno solo mi abbia appiccicato in faccia tutte queste rughe nuove. Ciao 2016, vai vai, che mi sembra come quando iniziano a mettersi il cappotto certi ospiti...che poi, chissà chi ce l'ha messa in testa questa cosa che la sorte - o la ventura - vadano ad anno solare. Come il bilancio d'esercizio. Come se non l'avessimo inventata noi, questa cadenza, con le teste chine su calcoli astrusi pur di non far coincidere questo nostro tempo di umani intelligenti con la naturale banalità delle lune o delle stagioni.
Bambini che inventano regole minuziose per costruire un complicato gioco tutto loro, per sfuggire al controllo degli adulti. Che pure arrivano, con l'ora di andare a dormire e la minestra in tavola. Trentundodici, anni bisesti, trentagiornihanovembre. Mura di sabbia per dare il nostro ritmo al Tempo. E la marea sorride.
Dunque ciao 2016, metteremo i vestiti della festa ed i lustrini, brinderemo, faremo fuochi e botti, mangeremo l'uva e le lenticchie e forse indosseremo pure le mutande rosse, per salutare come si conviene il 2016 e i suoi affanni e per far bella impressione al 2017, come ad un nuovo professore con cui poter ricominciare. Il Tempo, la sorte e la ventura, lassù sorrideranno. Bambini andiamo, è pronto in tavola.
Io ho risolto così: non faccio più bilanci. E nemmeno le mutande rosse, per carità... :)
RispondiEliminaProvo invece a farmi amico il Tempo - magari a farlo sorridere, come suggerisci saggiamente tu.
Buona continuazione di vita, cara Prish.
P.
E secondo me, caro Pim, ci riesci bene! Buona continuazione anche a te, e un abbraccio
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