Ti rispondo con qualche domanda. L’eco dei passi di chi ci ha preceduto e abbiamo conosciuto ci in…segue sempre, e siamo fortunati e felici se quel suono ci è piacevole; ma quanti passi hanno preceduto quelli, passi di cui i nostri miseri sensi non sanno percepire l’eco? Noi stessi siamo forse l’eco degli innumerevoli passi che ci hanno preceduto sul sentiero che ci è visibile e che ancora stanno camminando altrove in un paesaggio diverso che diventerà anche il nostro? E l’eco dei nostri passi come sarà? Buona Pasqua, e che sia sempre più “PASQUA”
Quante riflessioni. La prima che mi viene in mente è che spero che il suono dei miei passi contenga l'eco dei passi di chi mi ha preceduto, e via discorrendo. Forse non solo nel paesaggio 'diverso' ma anche in questo. Perchè così è il suono dei passi di chi è con me e ha conosciuto coloro che sono andati dietro a quella curva prima che io potessi conoscerli. Almeno da questa parte della strada. :-)
Aggiungo: perché "certi luoghi"? Penso che questo dipenda solo da noi, dalle esperienze che ci legano ad essi e che istintivamente siamo portati a ricordare (eco di passi recenti che ci fa aprire le orecchie e ci porta a sentire anche echi più remoti e nascosti). Forse ogni luogo, che ci sia noto o che ancora non conosciamo può essere o diventare capace di farci sentire l’eco dei passi (antichi, recenti o nuovi – compresi i nostri) se in esso ci rendiamo disponibili all'ascolto. Certo è che a volte tornare in luoghi che già ci hanno mostrato di essere in sintonia con il nostro “sentire” ……!
Solo chiudendo gli occhi ?! Così si può andare ovunque, in ogni luogo vicino o lontano, presente, passato o futuro, reale o immaginario! E' questo il tele-trasporto?
Forse ci affidiamo troppo spesso agli occhi e non ascoltiamo abbastanza. Forse si trova proprio nell'eco quel luogo dove si può continuare a esistere...
Ti rispondo con qualche domanda.
RispondiEliminaL’eco dei passi di chi ci ha preceduto e abbiamo conosciuto ci in…segue sempre, e siamo fortunati e felici se quel suono ci è piacevole; ma quanti passi hanno preceduto quelli, passi di cui i nostri miseri sensi non sanno percepire l’eco?
Noi stessi siamo forse l’eco degli innumerevoli passi che ci hanno preceduto sul sentiero che ci è visibile e che ancora stanno camminando altrove in un paesaggio diverso che diventerà anche il nostro?
E l’eco dei nostri passi come sarà?
Buona Pasqua, e che sia sempre più “PASQUA”
Quante riflessioni. La prima che mi viene in mente è che spero che il suono dei miei passi contenga l'eco dei passi di chi mi ha preceduto, e via discorrendo. Forse non solo nel paesaggio 'diverso' ma anche in questo. Perchè così è il suono dei passi di chi è con me e ha conosciuto coloro che sono andati dietro a quella curva prima che io potessi conoscerli. Almeno da questa parte della strada. :-)
EliminaAggiungo: perché "certi luoghi"?
RispondiEliminaPenso che questo dipenda solo da noi, dalle esperienze che ci legano ad essi e che istintivamente siamo portati a ricordare (eco di passi recenti che ci fa aprire le orecchie e ci porta a sentire anche echi più remoti e nascosti).
Forse ogni luogo, che ci sia noto o che ancora non conosciamo può essere o diventare capace di farci sentire l’eco dei passi (antichi, recenti o nuovi – compresi i nostri) se in esso ci rendiamo disponibili all'ascolto.
Certo è che a volte tornare in luoghi che già ci hanno mostrato di essere in sintonia con il nostro “sentire” ……!
ed in effetti il 'luogo' che intendevo è un luogo che si può raggiungere anche solo chiudendo gli occhi... !!
EliminaSolo chiudendo gli occhi ?! Così si può andare ovunque, in ogni luogo vicino o lontano, presente, passato o futuro, reale o immaginario! E' questo il tele-trasporto?
EliminaOh sì, proprio questo!
EliminaForse ci affidiamo troppo spesso agli occhi e non ascoltiamo abbastanza. Forse si trova proprio nell'eco quel luogo dove si può continuare a esistere...
RispondiEliminadecisamente sì: ci affidiamo troppo agli occhi... che non sempre sanno vedere nei risvolti....
Eliminaun abbraccio, Prish