Per giorni solo lunghe bracciate nell’acqua cristallina, circondata dalle vele e dal cielo. Null’altro. Mai visto una nuvola in cinque giorni: il cielo così azzurro e piano da risultare perfino monotono, regno incontrastato di un sole implacabile. Il mare trasparente e fresco, popolato di saraghi e donzelle, da inseguire dietro i grandi sassi, dentro e fuori da buchi e fessure, sogliole scoperte immobili sulle radure di sabbia, una murena guizzante, una seppia che lascia il suo fumetto di inchiostro a mezz’acqua e scappa via, gli occhi vispi di un gigantesco paguro a pochi centimetri dalla mia pancia.
E le mie pinne gialle che sbattono fiere, ora lanciano felici spruzzi verso il cielo, ora lente e costanti muovono appena la superficie mentre io trattengo il fiato e cerco di non spaventare questa carovana di occhiate perché mi tenga un po’ più a lungo con sé. La stampella abbandonata sulla sabbia, gioiosamente inutile.
Fra una nuotata e l’altra le gare di speed surf: velocità, vento e spuma. I corpi tutt’uno con le vele, piegati a sfiorare l’acqua, i piedi tutt’uno con le tavole, rapidi, sensibili, sicuri. Il vento da incantare, da domare, da incastrare: prendimi con te, fammi volare, portami dove dico io, sopra quest’acqua di smeraldo, più forte, più forte ancora. E accovacciata su un sasso, al limitare della Baia del Diavolo, io, con il mio irrazionale, testardo tentativo di fissare la velocità in un fotogramma.
Complimenti per il blog...
RispondiEliminaE' davvero bellissimo e anche molto interessante...^__^
Da oggi hai un nuovo fedele lettore...^__^
Ritornerò molto spesso a leggerti...
Dolcissimo fine settimana...
Francesco.
Grazie! verrò a leggerti
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