Avevamo un prenatale con un albero segreto, custodito in una stanza magica da una zia magica fino a notte fonda. E poi, più tardi, avevamo un giardino di alberi illuminati a festa che guidavano il cammino nella nebbia e nella neve e un panettone gigantesco e ogni anno un faccino nuovo. Avevamo il pianoforte lucido e nero e le scarpe di vernice e il silenzio profumato di pasta al forno prima di attaccare il primo accordo. Avevamo lo sgabuzzino di Babbo Natale che per una notte diventava immenso, avevamo la mezzanotte e una poesia che rintocca, la colazione con le briciole del pandoro, le grandi manovre e i cappelletti (anolini!) da rubare, chiusi nel ripostiglio a riposare. Non li avremo più e li saremo sempre e ancora li avranno, e li saranno ancora. Buon Natale, a tutti.
Nessun commento:
Posta un commento