Vincere la paura, si dice. E se invece la perdessimo, qualche volta?
Come un palloncino che teniamo ben stretto. Lo sguardo
schiavo che si alza a controllare. La mano sudata e i gesti impacciati.
Finchè presi dal fare, dall'accarezzare, dal gesticolare, presi dal vivere
in fondo, non allentiamo distratti il pugno e lo perdiamo. Ed è allora che ci accorgiamo di quanto stretti ci aveva legati.
Oh, verissimo, Prish: dovremmo imparare che la paura non va vinta ma persa. O almeno pareggiata (proseguo con la metafora sportiva) con la comprensione dei suoi meccanismi, accolta e poi invitata ad andar via.
RispondiEliminaChe bella riflessione, grazie per averla condivisa.
Ciao Prish
Grazie a te per le tue parole e per la tua lettura acuta. un abbraccio
EliminaVincere o perdere ?
RispondiEliminaQuante volte perdere (saper perdere e sapere perché si perde) è in realtà vincere ?
Quante volte vincere (e non chiedersi cosa questo significa o comporta per chi è vinto) è in realtà perdere (od almeno perdere una buona occasione per essere “diversi”, come forse dovremmo o vorremmo)?
Forse sono solo risvolti della stessa stoffa... e forse perdere nel senso di smarrire qualche volta ha più a che fare col vincere... :-)
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