Dorothy stesa al sole legge un racconto che parla di lei. No, non è esatto. Legge un racconto in cui lei ha abitato. Tempo fa. O fra non molto.
Il vento fa svolazzare i bordi del telo blu tutt’intorno al suo corpo esile. Ma su quest’isola il vento non
Qui c’è solo il suo corpo da nutrire, pagine di storie da divorare e una distesa di acqua fresca in cui affondare bracciate e occhi aperti e capelli quieti. Ci sono decine di pesci argentei fra le dita dei suoi piedi e vele incessanti a racchiudere il difficile pensiero dell’orizzonte.
Non ha portato le scarpe Dorothy su quest’isola. Ci pensa il mare, o il vento, a colmare l’orma lasciata dal passaggio del suo piede nudo. Come se se ne fosse andata già da tempo, o come se ancora non fosse arrivata.
Come se fosse un pensiero ozioso abbandonato su un telo blu, in riva al mare.
Come se si fosse finalmente lasciata alle spalle tutto per godersi se stessa e qualcosa in più in un posto lontano...tra la sabbia, il mare e la libertà di pensare a briglie sciolte.
RispondiEliminaCiao Prish, ben tornata !
Irene
Salve, Prishilla.
RispondiElimina(Più piano) Salve, Dorothy.
(Ancora più piano) Salve, mare.
l'immagine che chiude il pezzo è davvero molto bella
RispondiEliminaun saluto, bentornata
Mont
ha echi del mago di oz o sbaglio...?!?!
RispondiEliminaCiao Prish,
RispondiEliminaSpero tra non molto di leggere altri racconti. Mi piace Dorothy e la leggerezza che usi nel raccontare di lei.